Dopo i giuramenti dei Carabinieri di tutta Italia di questi ultimi giorni, segue una breve intervista a F. D.: studente di giurisprudenza a Torino appena diventato Carabiniere a Reggio Calabria. L’augurio è che si possa distinguere come membro dell’Arma e che riesca a realizzare i suoi obiettivi.
– Cosa è significato per te partecipare ad un concorso pubblico tanto selettivo ed importante?
E’ significato, in primo luogo, mettersi in gioco: combattere per il proprio futuro e per i propri sogni. In seconda analisi, è significato anche fare tanti sacrifici (niente vacanze per poter sutidiare, risparmiare per pesare meno sulla famiglia, dare meno esami) e rischiare, poiché la riuscita del concorso è stata tutt’altro che scontata.
– Come sono state le prove e quale hai considerato come più difficile?
Le prove sono state tutte quante impegnative e, in ordine cronologico, sono state le seguenti: il quiz preselettivo a crocette, le prove fisiche, 2 interi giorni di visite mediche ed un colloquio con un perito selettore ed una commissione. Superata una prova si andava a quella successiva. Sono giorni di grande tensione, stress e concentrazione.
– A chi dedichi il tuo successo in questo percorso e perché?
In primo luogo a me stesso: io ho studiato, ho fatto il test, ho affrontato le prove e i colloqui; in secondo luogo ad amici e parenti che mi hanno supportato.
– Come senti di poter essere utile nei confronti della società che andrai a tutelare?
Offrendo la mia opera come membro delle forze armate per garantirne la sicurezza e per salvaguardarne i principi di libertà e democrazìa.
– Continuerai il tuo percorso di studi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino?
Si, anche se impiegherò più tempo del dovuto o della media dei miei compagni di università.
– Cosa ti aspetti da questa esperienza?
Enormi soddisfazioni e grande crescita personale nonché coronare un sogno che ho sin da bambino.
Fabrizio Alberto Morabito